La seduta di psicoterapia: come funziona?
Il primo passo nell’approccio psicoterapeutico è costituito da una fase di inquadramento diagnostico e di comprensione del ruolo simbolico e della funzione del sintomo nella vita dell’individuo, che varia a seconda delle caratteristiche di personalità e delle situazioni esterne o interne che lo innescano.
Una volta creata una comprensione condivisa ed inserita nella storia di vita del paziente, si costruisce un’alleanza tra paziente e terapeuta circa gli obiettivi della terapia, valutando anche l’eventuale necessità di ricorrere a una terapia farmacologica, e poi si può passare alla fase più terapeuticamente attiva.
Il mio metodo prevede in prima battuta la gestione dell’esperienza interna portando consapevolezza lì dove invece il sintomo agisce in modo automatico, scavando un solco di disfunzionalità cieca e circolare. L’apprendimento concreto di tecniche e pratiche, fra cui anche la Mindfulness, si sono rivelate utili per sviluppare una parte di Sè che osserva, dalla quale si può assumere una diversa prospettiva sugli aspetti cognitivi, emotivi e comportamentali della propria esperienza.
Il paziente impara a riconoscere le idee e i pensieri, su di sè e sul mondo, in quanto tali e riesce a valutarne l’utilità o meno per la propria vita; diventa consapevole delle proprie emozioni e di come queste si manifestino anche nel corpo.
Accettazione, contenimento e cura di questa parte della propria esperienza, può lasciar andare il bisogno di controllo ed evitamento interno ed aumentare la propria libertà di scelta e di visione di sè a lungo termine e indirizzare le proprie azioni e il comportamento verso una vita vissuta come piena, ricca e significativa.
Una volta avviata questa fase di gestione dell’esperienza interna e sostituito il sintomo con la consapevolezza di sè, si può passare a uno step di elaborazione più profonda tramite la terapia EMDR.
Il vissuto che produce sofferenza nel momento presente ha spesso un collegamento con un medesimo vissuto emotivo nell’esperienza passata. Insieme a questo si identificano anche delle credenze negative (talvolta implicite) su di sé e si va a lavorare proprio sui nodi originari di “imprinting”, permettendo l’integrazione adattiva delle emozioni e la “ristrutturazione” cognitiva delle credenze disfunzionali ancora operanti nel mio presente.
Nella fase finale il lavoro terapeutico prevede di affrontare anche la visione di un futuro percepito non più attraverso il sintomo, la paura, l’evitamento, ma da una nuova visione libera e lungimirante, resa più integra e potente dalla flessibilità psicologica, dalla auto-accettazione e dalla libertà di scelta che sono i tre macro obiettivi di ogni psicoterapia.