Terapia di coppia

Ogni coppia si ritrova, prima o poi, ad affrontare momenti di crisi. Tuttavia, pochissime scelgono di ricorrere alla terapia di coppia. Eppure, quando il malessere sembra insuperabile, la terapia può rivelarsi uno strumento prezioso.

Nelle relazioni amorose coltiviamo spesso la convinzione che debba eternamente durare quello stato di grazia, sintonia e corrispondenza tipici della fase di innamoramento. 

La realtà è che, svanito l’idillio iniziale, costruire un amore duraturo è tutta un’altra questione.

È proprio qui che arriva il bello!

 

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terapia di coppia

QUANDO VALUTARE LA TERAPIA DI COPPIA

Costruire una relazione armoniosa ed equilibrata con il proprio partner non è facile, a volte può capitare di perdersi e non capirsi. 

In quali situazioni è consigliabile ricorrere alla terapia di coppia?

  • Se la relazione gode di buona salute, ma vuoi migliorarla;
  • Se la relazione è in crisi, e vuoi rimetterla in sesto;
  • Se non hai una relazione in questo momento, ma vuoi capire cosa è andato storto nell’ultima per essere meglio preparato nella prossima;
  • Se ci sono problemi e sofferenza di maggiore  intensità – violenza, abusi psicologici o dipendenze – nella tua vita di coppia e stai cercando aiuto.

crisi di coppia: i segnali più comuni

I motivi e i meccanismi che determinano la crisi di coppia possono avere infinite sfaccettature poiché specifici alla singola coppia. Vi sono tuttavia alcuni processi negativi che possono essere identificati in:

  • disconnessione dal partner: perdita di interesse, intimità, amicizia e calore che determinano uno spazio vuoto nella coppia;
  • reattività che porta a tradurre in azioni automatiche, impulsive e spesso controproducenti quelli che sono i pensieri, le credenze e le emozioni del momento;
  • evitamento e tendenza a fuggire sempre dalle situazioni difficili o problematiche invece di affrontarle, portando a una stagnazione nella relazione;
  • allontanamento dal tipo di partner che idealmente si vorrebbe essere e dalle qualità che si vorrebbero coltivare nella propria esperienza di coppia;
  • comunicazione conflittuale che ricorre abitualmente a critica, disprezzo, isolamento o chiusura.

COME INTERVIENE LA TERAPIA DI COPPIA

La terapia di coppia è senz’altro uno strumento molto efficace, tuttavia richiede impegno e fatica, per questo è necessaria una forte motivazione perché funzioni.

Nel corso della terapia, i partner hanno la possibilità di esprimere le loro reali emozioni e sentimenti, all’interno di un ambiente protetto, lontani da giudizi esterni, contando sull’appoggio costante dello psicoterapeuta che li accompagnerà nel loro tragitto.

L’impiego della Mindfulness nella terapia di coppia permette di imparare a lasciar andare tutte quelle credenze e atteggiamenti sull’amore che non sono d’aiuto o che si rivelano addirittura nocivi per la salute della coppia.
Imparando a modulare la tristezza, il rifiuto e la paura, gestire la rabbia, la frustrazione e il risentimento, a perdonare sé stessi e il proprio partner e talvolta anche a ricostruire la fiducia tradita, si ridurranno tensione e stress associate alla negoziazione dei rispettivi bisogni e all’accettazione delle naturali differenze, per poter trasformare il dolore e le ferite del conflitto in cura e compassione reciproche.

La terapia EMDR dà la possibilità di andare ad elaborare, riparare ed integrare gli eventi spiacevoli del passato che rappresentano delle vere e proprie rotture nel tessuto della relazione, con conseguente perdita di vitalità e compassione reciproca.

In ultimo, ma non per importanza, l’intervento sulla comunicazione di coppia ricopre un ruolo fondamentale. Il percorso terapeutico mira ad individuare la presenza di critica, di disprezzo o chiusura, a favore di una comunicazione che preveda l’affermazione dei propri bisogni in maniera non conflittuale ma con gentilezza e rispetto della relazione, nella direzione dell’armonia e della vitalità di coppia.

La seduta di psicoterapia: come funziona?

Il primo passo nell’approccio psicoterapeutico è costituito da una fase di inquadramento diagnostico e di comprensione del ruolo simbolico e della funzione del sintomo nella vita dell’individuo, che varia a seconda delle caratteristiche di personalità e delle situazioni esterne o interne che lo innescano.
Una volta creata una comprensione condivisa ed inserita nella storia di vita del paziente, si costruisce un’alleanza tra paziente e terapeuta circa gli obiettivi della terapia, valutando anche l’eventuale necessità di ricorrere a una terapia farmacologica, e poi si può passare alla fase più terapeuticamente attiva.

Il mio metodo prevede in prima battuta la gestione dell’esperienza interna portando consapevolezza lì dove invece il sintomo agisce in modo automatico, scavando un solco di disfunzionalità cieca e circolare. L’apprendimento concreto di tecniche e pratiche, fra cui anche la Mindfulness, si sono rivelate utili per sviluppare una parte di Sè che osserva, dalla quale si può assumere una diversa prospettiva sugli aspetti cognitivi, emotivi e comportamentali della propria esperienza. 

Il paziente impara a riconoscere le idee e i pensieri, su di sè e sul mondo, in quanto tali e riesce a valutarne l’utilità o meno per la propria vita; diventa consapevole delle proprie emozioni e di come queste si manifestino anche nel corpo.

Accettazione, contenimento e cura di questa parte della propria esperienza, può lasciar andare il bisogno di controllo ed evitamento interno ed aumentare la propria libertà di scelta e di visione di sè a lungo termine e indirizzare le proprie azioni e il comportamento verso una vita vissuta come piena, ricca e significativa.

Una volta avviata questa fase di gestione dell’esperienza interna e sostituito il sintomo con la consapevolezza di sè, si può passare a uno step di elaborazione più profonda tramite la terapia EMDR

Il vissuto che produce sofferenza nel momento presente ha spesso un collegamento con un medesimo vissuto emotivo nell’esperienza passata. Insieme a questo si identificano anche delle credenze negative (talvolta implicite) su di sé e si va a lavorare proprio sui nodi originari di “imprinting”, permettendo l’integrazione adattiva delle emozioni e la “ristrutturazione” cognitiva delle credenze disfunzionali ancora operanti nel mio presente.

Nella fase finale il lavoro terapeutico prevede di affrontare anche la visione di un futuro percepito non più attraverso il sintomo, la paura, l’evitamento, ma da una nuova visione libera e lungimirante, resa più integra e potente dalla flessibilità psicologica, dalla auto-accettazione e dalla libertà di scelta che sono i tre macro obiettivi di ogni psicoterapia.

I tempi della psicoterapia

In un mese (4 sedute mensili) si esaurisce la parte di analisi della domanda, test, e diagnosi, nonché della costruzione condivisa degli obiettivi della terapia. 
Obiettivo: la presa in carico della propria sofferenza emotiva, alleviando il disagio.

Entro i 6 mesi successivi si mobilitano le risorse e il cambiamento rispetto ai sintomi.
Obiettivo: superamento della fase acuta (con una variabilità soggettiva di risposta).

Dai 6 mesi in poi si può passare a una fase di mantenimento, prevenzione della ricaduta, costruzione di nuovi obiettivi ed anche ad una fase di potenziamento personale.

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