Ansia e Depressione

Ansia e Depressione sono due disturbi molto comuni e intimamente connessi. 

Evidenze scientifiche sostengono che ansia e depressione siano differenti manifestazioni di una stessa vulnerabilità genetica. Entrambe hanno una quota di trasmissione familiare dovuta alla genetica, ma anche all’interiorizzazione di una certa modalità di rispondere alle difficoltà della vita, nonché la presenza nel passato di alcuni vissuti traumatici non elaborati che possono incidere nell’insorgenza.

Si pensi che l’85 % dei pazienti depressi manifesta sintomi ansiosi e il 90 % dei soggetti con un disturbo d’ansia presenta anche sintomi depressivi. 

Queste condizioni possono presentarsi insieme o una precedere l’esordio dell’altra e, se non affrontate come dovuto, possono degenerare anche in malattie fisiche croniche.

Per questo motivo è molto importante non indugiare e chiedere aiuto allo specialista.

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COS’è L’ANSIA?

L’ansia è un’emozione fisiologica che si attiva a fronte di stimoli esterni o interni percepiti come minacciosi e predispone all’istintiva reazione di “attacco o fuga”.  

Se è comprensibile, transitoria e adattiva l’ansia ha una funzione utile e preziosa, spronandoci a dare di più e impegnarci a mobilitare le nostre risorse.

L’ansia diventa patologica quando vi è una reattività incomprensibile e perdura eccessivamente nel tempo. In questo caso l’ansia può determinare una compromissione delle nostre performance oltre all’evitamento di specifiche situazioni con il conseguente restringimento della nostra libertà personale.

COME NASCE L’ANSIA E I SUOI SINTOMI

La convinzione di non avere abbastanza risorse, competenze, qualità per far fronte alle prove della vita insieme ad un sentimento di inadeguatezza, determinano la nascita dello stato di ansia.

Per questo motivo è così strettamente legata all’autostima e al possibile sviluppo di depressione.

Oltre all’alterazione affettiva, vi sono anche sintomi di tipo fisico che possono aiutarci a riconoscere questo tipo di problema. Tra i più comuni troviamo:

  • disturbi del sonno
  • sintomi cardiaci
  • gastrointestinali
  • respiratori
  • urogenitali
  • neurologici
  • calo della libido
  • deficit cognitivi
  • dolori fisici cronici 

COS’è LA DEPRESSIONE?

La depressione è un disturbo molto diffuso e fortemente invalidante per l’individuo, può interessare tanto gli adulti – giovani e anziani- quanto i bambini. 

Si parla di depressione quando si vivono momenti di confusione, un abbassamento intenso e durevole del tono dell’umore, calo motivazionale, di energie e pensieri di sé fortemente auto-svalutanti.

COME NASCE LA DEPRESSIONE E I SUOI SINTOMI

La depressione può essere una reazione fisiologica a specifici eventi, traumi, abbandoni, fallimenti o rappresentare un temperamento di fondo.

Questa diventa una condizione patologica quando i sintomi interferiscono sulla qualità della nostra vita con un impatto qualitativo e quantitativo sul funzionamento dell’individuo in diverse aree sia emotive che fisiche.

Alcuni dei sintomi più comuni e indicativi di uno stato di depressione sono:

  • mancanza di energia
  • difficoltà di concentrazione
  • disturbi del sonno
  • perdita o aumento del peso significativi
  • dolori fisici
  • tristezza e angoscia
  • senso di colpa
  • perdita di interesse per qualsiasi tipo di attività
  • ansia
  • perdita della libido
  • isolamento sociale
  • autosvalutazione
  • visione negativa del futuro
  • pensieri suicidari

La seduta di psicoterapia: come funziona?

Il primo passo nell’approccio psicoterapeutico è costituito da una fase di inquadramento diagnostico e di comprensione del ruolo simbolico e della funzione del sintomo nella vita dell’individuo, che varia a seconda delle caratteristiche di personalità e delle situazioni esterne o interne che lo innescano.

Una volta creata una comprensione condivisa ed inserita nella storia di vita del paziente, si costruisce un’alleanza tra paziente e terapeuta circa gli obiettivi della terapia, valutando anche l’eventuale necessità di ricorrere a una terapia farmacologica, e poi si può passare alla fase più terapeuticamente attiva.

Il mio metodo prevede in prima battuta la gestione dell’esperienza interna portando consapevolezza lì dove invece il sintomo agisce in modo automatico, scavando un solco di disfunzionalità cieca e circolare. L’apprendimento concreto di tecniche e pratiche, fra cui anche la Mindfulness, si sono rivelate utili per sviluppare una parte di Sè che osserva, dalla quale si può assumere una diversa prospettiva sugli aspetti cognitivi, emotivi e comportamentali della propria esperienza. 

Il paziente impara a riconoscere le idee e i pensieri, su di sè e sul mondo, in quanto tali e riesce a valutarne l’utilità o meno per la propria vita; diventa consapevole delle proprie emozioni e di come queste si manifestino anche nel corpo.

Accettazione, contenimento e cura di questa parte della propria esperienza, può lasciar andare il bisogno di controllo ed evitamento interno ed aumentare la propria libertà di scelta e di visione di sè a lungo termine e indirizzare le proprie azioni e il comportamento verso una vita vissuta come piena, ricca e significativa.

Una volta avviata questa fase di gestione dell’esperienza interna e sostituito il sintomo con la consapevolezza di sè, si può passare a uno step di elaborazione più profonda tramite la terapia EMDR

Il vissuto che produce sofferenza nel momento presente ha spesso un collegamento con un medesimo vissuto emotivo nell’esperienza passata. Insieme a questo si identificano anche delle credenze negative (talvolta implicite) su di sé e si va a lavorare proprio sui nodi originari di “imprinting”, permettendo l’integrazione adattiva delle emozioni e la “ristrutturazione” cognitiva delle credenze disfunzionali ancora operanti nel mio presente.

Nella fase finale il lavoro terapeutico prevede di affrontare anche la visione di un futuro percepito non più attraverso il sintomo, la paura, l’evitamento, ma da una nuova visione libera e lungimirante, resa più integra e potente dalla flessibilità psicologica, dalla auto-accettazione e dalla libertà di scelta che sono i tre macro obiettivi di ogni psicoterapia.

I tempi della psicoterapia

In un mese (4 sedute mensili) si esaurisce la parte di analisi della domanda, test, e diagnosi nonché della costruzione condivisa degli obiettivi della terapia. 
Obiettivo: la presa in carico della propria sofferenza emotiva, alleviando il disagio.

Entro i 6 mesi successivi si mobilitano le risorse e il cambiamento rispetto ai sintomi.
Obiettivo: superamento della fase acuta (con una variabilità soggettiva di risposta).

Dai 6 mesi in poi si può passare a una fase di mantenimento, prevenzione della ricaduta, costruzione di nuovi obiettivi ed anche ad una fase di potenziamento personale.

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